Titolo libro: Storia della Bellezza
Autore del libro: Umberto Eco
Genere: Arte, Teatro e Spettacolo
Categoria: Saggistica
Casa editrice: Bompiani
Anno di pubblicazione: 2004 Edito da Bompiani
Edito da Bompiani, Storia della bellezza è un monumento all’arte, un affresco che si snoda dal mondo greco attraverso due millenni e dov’è mostrata la categoria estetica del “bello”.
Un’opera poderosa che unisce la pittura alla poesia, la scultura e l’architettura alla filosofia, e che spiega ogni sfumatura della bellezza “L’aggettivo ‘bello’ – diceva Eco – è usato sempre per indicare qualcosa che piace, che forse desidereremmo possedere, ma che non cesserà di essere piacevole anche se non è nostro.
Nel linguaggio comune si definisce ‘bello’ o ‘meraviglioso’ anche qualcosa che consideriamo buono”. Però, precisava Eco “se ciò che considero buono non mi appartiene, io mi sento come impoverito. Invece, pare che la gioia per le cose belle sia decisamente separata dal loro possesso. Io trovo bella la Cappella Sistina anche se non ne sono il proprietario e trovo bella, nella vetrina di un pasticcere, l’architettura di una torta nuziale, anche se il mio dietista me la vieta.
Forse la maggiore affermazione del disinteresse estetico è stata fatta proprio nel periodo in cui, con l’esperienza del sublime, pareva si celebrasse il nostro coinvolgimento negli scatenamenti dell’orrore o della maestà degli eventi naturali”.
Nel linguaggio comune si definisce ‘bello’ o ‘meraviglioso’ anche qualcosa che consideriamo buono”. Però, precisava Eco “se ciò che considero buono non mi appartiene, io mi sento come impoverito. Invece, pare che la gioia per le cose belle sia decisamente separata dal loro possesso. Io trovo bella la Cappella Sistina anche se non ne sono il proprietario e trovo bella, nella vetrina di un pasticcere, l’architettura di una torta nuziale, anche se il mio dietista me la vieta.
Forse la maggiore affermazione del disinteresse estetico è stata fatta proprio nel periodo in cui, con l’esperienza del sublime, pareva si celebrasse il nostro coinvolgimento negli scatenamenti dell’orrore o della maestà degli eventi naturali”.
In Storia della Bellezza, le immagini sono affiancate da poesie, saggi e trattati: è possibile così ammirare l’Auriga di Delfi e leggere un passo del Simposio di Platone, guardare il quadro di Caspar D. Friedrich viandante in un mare di nebbia e soffermarsi sulle
Ultime lettere di Jacopo Ortis di Ugo Foscolo, Salomè di Gustav Klimt e I fiori del male di Baudelaire.
Poi vi sono le tante sfaccettature del romanticismo, come il grottesco e la bellezza sfuggevole del “non so che”. E poi l’arte moderna e contemporanea: l’impressionismo, il “bello” dell’età vittoriana e il nuovo concetto che prende campo con il XX secolo. L’Art Nouveau, l’architettura di Frank L. Wright e quella di Antoni Gaudi.
La mercificazione della vita e l’interesse per gli oggetti d’uso quotidiano e la loro reinterpretazione nelle opere di Marcel Duchamp e Xanti Schawinsky.
La rivoluzione della materia e la Pop Art. Infine la bellezza maschile e femminile del ‘900 con icone come Marilyn Monroe, Twiggy o Monica Bellucci, James Dean, Marcello Mastroianni o David Beckham.
Poi vi sono le tante sfaccettature del romanticismo, come il grottesco e la bellezza sfuggevole del “non so che”. E poi l’arte moderna e contemporanea: l’impressionismo, il “bello” dell’età vittoriana e il nuovo concetto che prende campo con il XX secolo. L’Art Nouveau, l’architettura di Frank L. Wright e quella di Antoni Gaudi.
La mercificazione della vita e l’interesse per gli oggetti d’uso quotidiano e la loro reinterpretazione nelle opere di Marcel Duchamp e Xanti Schawinsky.
La rivoluzione della materia e la Pop Art. Infine la bellezza maschile e femminile del ‘900 con icone come Marilyn Monroe, Twiggy o Monica Bellucci, James Dean, Marcello Mastroianni o David Beckham.
Storia della bellezza va letto perché rende possibile una visione a tutto tondo delle capacità dell’uomo, di quanto sia “potente” l’inventiva umana.
Un’opera che unisce la pittura alla poesia, la scultura e l’architettura alla filosofia, e che spiega benissimo il concetto di sublime dove Eco lo individua in quello di Friedrich, il pittore che più di tutti ha celebrato l’esperienza del sublime, come contemplazione dello spettacolo della natura da parte dell’uomo, spesso rappresentato di spalle, di fronte a qualcosa di cui non facciamo e non vogliamo a ogni costo far parte.
Un’opera che unisce la pittura alla poesia, la scultura e l’architettura alla filosofia, e che spiega benissimo il concetto di sublime dove Eco lo individua in quello di Friedrich, il pittore che più di tutti ha celebrato l’esperienza del sublime, come contemplazione dello spettacolo della natura da parte dell’uomo, spesso rappresentato di spalle, di fronte a qualcosa di cui non facciamo e non vogliamo a ogni costo far parte.
Biografia breve di Umberto Eco
(Alessandria, 5 gennaio 1932 – Milano, 19 febbra
io 2016)
Umberto Eco è stato uno degli intellettuali iù importanti della storia della cultura italiana: semiologo, filosofo, medievalista, massmediologo, scrittore, traduttore e docente universitario, durante la sua lunga carriera ha condiretto la casa editrice Bompiani (dal 1959 al 1975), contribuito alla formazione del Gruppo 63, storica neoavanguardia letteraria, e fondato nuovi pionieristici corsi di laurea (il DAMS e Scienze della Comunicazione all’Università di Bologna).
Molti studenti lo ricordano per Come si scrive una tesi di laurea, gli accademici per l’Opera aperta e i suoi trattati di semiotica, i più, probabilmente per i romanzi, a cominciare nel 1980 da Il Nome della Rosa, tradotto in 47 lingue e venduto in 30 milioni di copie, vincitore di innumerevoli riconoscimenti tra cui il Premio Strega nell’anno successivo.

Umberto Eco è stato uno degli intellettuali iù importanti della storia della cultura italiana: semiologo, filosofo, medievalista, massmediologo, scrittore, traduttore e docente universitario, durante la sua lunga carriera ha condiretto la casa editrice Bompiani (dal 1959 al 1975), contribuito alla formazione del Gruppo 63, storica neoavanguardia letteraria, e fondato nuovi pionieristici corsi di laurea (il DAMS e Scienze della Comunicazione all’Università di Bologna).
Molti studenti lo ricordano per Come si scrive una tesi di laurea, gli accademici per l’Opera aperta e i suoi trattati di semiotica, i più, probabilmente per i romanzi, a cominciare nel 1980 da Il Nome della Rosa, tradotto in 47 lingue e venduto in 30 milioni di copie, vincitore di innumerevoli riconoscimenti tra cui il Premio Strega nell’anno successivo.
Nel 1999 Eco ebbe l’American Academy Award of Arts and Letters, il maggior riconoscimento statunitense nel campo della letteratura e delle arti.
Alla sua morte i suoi 30.000 libri sono stati donati all’ Università di Bologna, quella stessa Università dove ebbe la cattedra nel 1975 di Semeiotica, mantenuta fino alla morte.
Alla sua morte i suoi 30.000 libri sono stati donati all’ Università di Bologna, quella stessa Università dove ebbe la cattedra nel 1975 di Semeiotica, mantenuta fino alla morte.
Tra le altre opere citiamo:
Apocalittici e integrati (1964)
La struttura assente (1968)
Trattato di semiotica generale (1975)
I limiti dell’interpretazione (1990)
Il pendolo di Foucault (1988)
L’isola del giorno prima (1994)
Baudolino (2000)
La misteriosa fiamma della regina Loana (2004)
Il cimitero di Praga (2010)