La scuola che riparte: dubbi e certezze per il nuovo anno scolastico

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Il ritorno in classe post-covid si avvicina e, seppur non sia ancora chiara la data effettiva di ripartenza in tutte le regioni, mancano ormai poche settimane alla ripartenza scolastica.

E’ proprio la ministra dell’istruzione, Lucia Azzolina, a ricordarci i tanti lavori messi in essere dagli istituti scolastici per rimettersi alle direttive ministeriali e farsi trovare pronti nell’ospitare il rientro in classe degli alunni:

“La scuola ha lavorato in tutta Italia per settimane come solo una grande comunità sa fare. Da oggi si riparte. […] Le porte delle scuole si sono riaperte e tra pochi giorni accoglieranno milioni di studentesse e di studenti. […] Sarà un anno diverso, per certi aspetti più duro. Ma siamo pronti per affrontarlo. Tutti insieme“

Lucia Azzolina Ripartenza ScuolaNon c’è dubbio che la scuola debba ripartire, ma non mancano – purtroppo – diverse criticità ancora da risolvere. Se per quanto riguarda l’igiene dei locali e l’obbligo di mascherina qualora non sia possibile rispettare la distanza di sicurezza di un metro non sembrano esserci particolari problemi, anche grazie all’enorme fornitura garantita dallo stato agli istituti scolastici, perplessità e criticità nascono dove risulta complesso garantire le distanze di sicurezza.

Le direttive ministeriali, in tal senso, specificano che qualora non fosse possibile far rispettare il metro, si dovrà passare alla ricerca di locali supplementari o alternativi o anche effettuare interventi di ristrutturazione.

ritorno a scuola studenti covidI 70 milioni stanziati dal governo sembrano non bastare, dato che dalle regioni vi è già stata una richiesta di ben 300 milioni di euro, per trovare nuove strutture che possano ospitare gli allievi ed i docenti in totale sicurezza.

Ai dirigenti scolastici basteranno questi pochi giorni che mancano all’inizio delle attività didattiche, per poter prendere provvedimenti veloci ed adeguati? Il dubbio che ne consegue è legittimo, al netto del fatto che uno sforzo è richiesto a tutti gli attori in ballo.

Anche gli studenti e le loro famiglie dovranno adeguarsi a direttive che possono cambiare da un giorno all’altro. Recentissimo, infatti, è l’appunto fatto dal Comitato Tecnico Scientifico (CTS): in classe sarà accettata solo la mascherina chirurgica. No a quelle in stoffa, quindi, con la possibilità che – a seconda dei trend epidemiologici – venga reso obbligatorio l’utilizzo delle mascherine in stoffa anche laddove risultino rispettate le distanze di sicurezza.

Arrivate anche le direttive per ciò che concerne il trasporto pubblico: la capienza su treni e trasporto locale non potrà superare l’80%, decisione giunta dopo un accordo trovato – non senza difficoltà – tra governo e regioni.

Insomma, una situazione che si comincia a delineare, anche se rimangono alcune incognite che, ad oggi, restano tali: dal rispetto delle tempistiche, passando per l’obbligatorietà dei test sierologici per i docenti, ad oggi facoltativi.

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