Didattica a distanza: una sfida (da vincere) per tutti!

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In questi giorni tutti parlano, con motivazioni ovvie e giuste, della didattica a distanza.

L’isolamento forzato ha portato alla luce l’importanza di tecniche d’insegnamento che, purtroppo, sono ancora considerate “alternative”. Affrontare la tematica della DAD, però, deve far riflettere, oltre che sui benefici, anche sulle difficoltà che dirigenti, docenti, studenti e genitori devono sobbarcarsi nel quotidiano.

E’ per questo che la Didattica a Distanza è uno strumento che bisogna saper misurare, perché – prima di tutto da parte delle famiglie – ci deve essere uno sforzo particolare nell’accettare un metodo d’insegnamento sicuramente più presente nelle vite di tutti.

bambino tablet studio

Per questo dirigenti scolastici e docenti hanno l’obbligo di percorrere questo percorso in maniera veloce, i primi senza frapporre ostacoli burocratici, i secondi collaborando tra loro organizzando orari e lezioni in modo che non siano massacranti per gli studenti, dando loro tempi e spazi necessari.

Proprio il raggiungere gli studenti è parte di un dibattito, da sempre, molto acceso. Il digital divide è uno degli argomenti più discussi. La presenza di aree dove connessioni ad internet e dispositivi in grado di prendere parte alla DAD è innegabile, ma va detto che tale gap è presente in qualsiasi contesto, anche quello della scuola tradizionale. In effetti a distanza è più complicato riuscire a colmarlo, ma di certo non sarà la didattica a distanza a renderlo ancora più esteso.

Assodato ciò, quindi, è importante capire, da parte di tutti, che in un momento come questo la DAD è vitale. C’è bisogno che venga garantito il diritto all’istruzione, lo stato con copiosi investimenti lo ha capito ed è intervenuto: ora bisogna che insegnanti e studenti entrino nella stessa ottica.

Nessuno è obbligato a farlo, né i primi, né i secondi, ma bisogna fare squadra, anche con le famiglie, coinvolgendole nel processo. Il primo obiettivo è raggiungere tutti gli studenti, nessuno escluso, il secondo obiettivo è quello di farlo in maniera sana: non sovraccaricandoli di impegni, non essere troppo presenti, ma esserci con costanza.

Le lezioni in diretta non sono il solo modo per restare in contatto con gli studenti – che comunque devono sentirsi seguiti – ma spesso vanno bene anche le mail o un messaggio vocale.

Da parte dei docenti dev’esserci molta flessibilità, abbandonare l’idea classica d’insegnamento, quella che prevedeva i compiti in classe, le interrogazioni ed i voti, e procedere ad una serie di attività da svolgere come presentazioni, lavori in team e dimenticarsi la valutazione classica.

Proprio sulla valutazione è il caso di mettere un accento: i docenti devono sì lasciar perdere l’idea di interrogare e accumulare voti, ma va anche detto che la situazione straordinaria dovrebbe prevedere la cancellazione delle bocciature. La soluzione più adatta, in questo caso, sarebbe spostare tutto all’anno prossimo, con una chiusura dell’anno che raccolga più che altro la situazione allo stato dell’arte dei singoli allievi, al fine di riprendere l’anno dopo da quel punto.

La Didattica a Distanza, unita alla situazione straordinaria, è una sfida per tutti: lo studente è da tutelare, le famiglie da comprendere, mentre docenti e dirigenti devono prendersi il tempo necessario per costruire una rete didattica che funzioni e che dia modo, anche a loro, di affrontare la situazione con serenità.

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